Al Monastero Santa Croce è legato il racconto della permanenza di Dante Alighieri. A darcene nota è una lettera di frate Ilaro, reperita nel codice Laurenziano e pubblicata per la prima volta nel 1759 dall’abate Mehus: un documento accolto dal mondo accademico con scetticismo, ma ancora in grado di suscitare vive discussioni tra chi ne difende l’autenticità e chi la addita come semplice invenzione.
Questa lettera narra di un soggiorno di Dante presso il Monastero, accolto da frate Ilaro, che si trattenne con lui diversi giorni. Come ricompensa per l’accoglienza ricevuta, Dante regalò al Monastero una copia dell’Inferno. Il sommo poeta chiese poi al frate di postillare la propria opera e di farla pervenire ad Uguccione, signore del luogo, a cui è dedicata.
Attendibile o meno, la lettera alimenta la suggestione di questo luogo ricco di storia e memoria. Il critico letterario Alfred Basserman si sentì commosso nell’ammirarne il paesaggio, immaginando il poeta a calpestare il luogo solitario e a fermarsi di fronte alle bellezze naturali della zona.
Alla presenza di Dante si legano, in epoca più recente, due avvenimenti culturali che riguardano in maniera diretta il Monastero Santa Croce: la tappa della Via Dantis che raggiunge il Monastero e l’istituzione del Premio di poesia “Frate Ilaro”, a cura del Centro Lunigianese Studi Danteschi.
Ecco alcune opere ottocentesche che rappresentano l’incontro di Dante con Frate Ilaro al Monastero Santa Croce.
1) Bertini Giuseppe, opera del 1844/1845, Accademia di Brera, Milano:
2) Sforza Maino, opera metà sec. XIX, Voltaggio (AL), Sala del Consiglio comunale:
3) Rizzo Luigi, opera del 1849/1851, Reggia di Caserta:
4) Pollastrini Enrico – Viviani Antonio, opera del 1840 circa, collezione privata: