A piedi

Il modo migliore per apprezzare una regione è percorrerla a piedi, immergendosi in prima persona nelle sue ricchezze naturali e nel suo patrimonio storico.
Di seguito viene riportata una serie di itinerari scelti, che permetteranno ai più volenterosi di immergersi nel verde e toccare con mano le meraviglie della zona.

 


 

BOCCA DI MAGRA – MONTEMARCELLO – TELLARO
Itinerario tratto da: Guide pratiche dei Parchi e delle Aree protette liguri, vol. 1 La Spezia, di Gian Antonio Dall’Aglio, per gentile concessione di Galata Edizioni

È un’escursione di circa 2 ore e 30 minuti che parte dalla foce del fiume Magra e arriva al Golfo dei Poeti, attraversando il promontorio del Caprione. Ideale in qualsiasi periodo dell’anno, fatta eccezione per le giornate troppo calde.

Il percorso parte da Bocca di Magra, accanto alla chiesa di Sant’Andrea e a poca distanza dal capolinea dell’autobus.
Il sentiero, indicato dai segnavia n. 3 e dall’Alta Via del Golfo, sale in un bosco di robinie e sbuca su una strada asfaltata che si segue fino alla prima curva. Qui si va a sinistra verso il cancello del Monastero, si costeggia il muro di cinta su un viottolo selciato e si riprende a salire attraversando la strada provinciale per Montemarcello. Si continua in una bella pineta, si supera un guado lastricato in pietra e si continua per un tratto accanto al Fosso Bozon. Un’ultima salita porta alle case di Montemarcello, che si raggiungono in tre quarti d’ora di cammino.
Il borgo merita di essere esplorato con calma, il monumento più interessante è la chiesa di San Pietro. Poi, seguendo via delle Mura, si raggiungono un parcheggio e la fermata dei bus. Si prosegue sulla strada per Ameglia, dopo 200 metri si riprende il sentiero, si sbuca sulla Provinciale e la si lascia ancora per raggiungere il cimitero. Riattraversata la strada si lascia a destra il sentiero per Ameglia e si inizia a salire verso il Monte Murlo seguendo i segnavia n. 1 e dell’Alta Via.
Il sentiero sale tra fitta macchia mediterranea con erica, mirto e corbezzolo, rientra nella pineta, tocca le cisterne dell’acquedotto e raggiunge l’Orto botanico. Costeggiato il Centro di esperienza del Parco si continua in un bosco di cerro e roverella, si raggiunge un pianoro, si passa un ristorante e si raggiunge Zanego. Cuore della frazione di Zanego è l’incrocio delle Quattro Strade, con il suo altare dedicato a Maria Assunta. Qui si lascia l’Alta Via del Golfo, si trascura il sentiero che scende ad Ameglia e ci si inizia ad abbassare in direzione di Tellaro seguendo il segnavia n. 3. Superato un boschetto di pino d’Aleppo e leccio si continua per il bel sentiero selciato che attraversa delle terrazze oggi in buona parte abbandonate, dove crescono numerosi alberi di fico. Superate le ultime terrazze, la discesa diventa più ripida, sulla sinistra appaiono le isole del Golfo. Il sentiero costeggia dei grandi massi calcarei tra i quali crescono lentisco e ampelodesma, attraversa un boschetto di lecci e di pini e arriva in vista di Tellaro. Si continua tra uliveti separati da muri a secco fino a un bivio dove si prende a sinistra, lasciando a destra il sentiero per Lerici. Si continua in discesa seguendo il segnavia n. 3h, ci si affaccia sul Seno di Tellaro e sulle sue scogliere, si raggiunge l’abitato di Tellaro e lo si attraversa in discesa fino al minuscolo porticciolo e alla chiesa. Da Zanego si cammina per tre quarti d’ora.

 


 

BOCCA DI MAGRA – PUNTA BIANCA – MONTEMARCELLO – PUNTA CORVO
Itinerario tratto da: Guide pratiche dei Parchi e delle Aree protette liguri, vol. 1 La Spezia, di Gian Antonio Dall’Aglio, per gentile concessione di Galata Edizioni

 Itinerario panoramico-botanico storico di circa quattro ore (dimezzabili prendendo il bus che collega Bocca di Magra a Montemarcello). Il tratto tra Punta Bianca e Montemarcello è attualmente compromesso e va affrontato in parte fuori sentiero.

Il sentiero inizia e termina a Bocca di Magra, che si consiglia di raggiungere in auto.
Si imbocca il sentiero n. 3, che dal parcheggio sale verso il Monastero Santa Croce del Corvo, nella cui antica cappella è conservata la Santa Croce.
Superatolo, si segue una mulattiera fino alla strada asfaltata. Si procede a sinistra e in pochi minuti si raggiunge la sterrata (n.3) che conduce a Punta Bianca, estremità meridionale del Parco di Montemarcello. La splendida punta rocciosa è costituita da candido calcare, che in epoca romana veniva cavato per abbellire le ville dei patrizi e gli edifici pubblici di Luni.
Si raccomanda di prestare la massima attenzione poiché il sentiero è a picco sulle falesie.
Da Punta Bianca il sentiero n. 4 si snoda a mezza costa verso il paese di Montemarcello, attraversando a tratti la macchia mediterranea, con numerose essenze aromatiche e spettacolari fioriture (ginestre, orchidee, cisti, corbezzoli, euforbie, timo, elicriso, rosmarino, ecc.), quindi la lecceta e coltivazioni abbandonate. Dopo circa un’ora e quindici minuti di sentiero molto ripido si raggiunge una piazzola, indicata da un pannello del Parco, con un bivio: a sinistra si scende alla spettacolare spiaggia di Punta Corvo (sentiero n. 3d), classificata da Legambiente come una delle undici spiagge più belle d’Italia, mentre procedendo sulla destra, in pochi minuti, si raggiunge l’antico borgo di Montemarcello.
La spiaggia di Punta Corvo è accessibile in battello, durante il periodo estivo, da Fiumaretta e Bocca di Magra, oppure con una ripida scalinata di oltre 700 gradini naturali (sconsigliabile con il sole a picco e a chi non è munito di scarpe da trekking).

 


 

AMEGLIA – MONTEMARCELLO – LERICI
Itinerario tratto da: Guide pratiche dei Parchi e delle Aree protette liguri, vol. 1 La Spezia, di Gian Antonio Dall’Aglio, per gentile concessione di Galata Edizioni

Itinerario di 3 ore circa.

Il centro storico di Ameglia, tra i più caratteristici del Levante, merita senz’altro una visita. Per raggiungerlo si può scegliere tra l’auto (c’è un ampio parcheggio) e i bus dell’ATL.
Si può anche iniziare dall’abitato moderno di Ameglia, dove iniziano i segnavia n. 2e e dove c’è un altro posteggio. In questo caso occorre un quarto d’ora in più.
Dal borgo si segue a piedi la strada per Montemarcello, la si lascia alla prima curva e si prosegue verso l’oratorio dell’Assunta. Lasciato a sinistra il sentiero per Zanego e Tellaro si inizia a salire sui pendii del monte Rocchetta. Superato un primo tratto ripido, il sentiero (segnavia n. 2 e dell’Alta Via del Golfo) sale lungamente a mezza costa in un querceto interrotto da vaste radure. Più avanti si entra in un profondo vallone, lo si risale e si prosegue per una strada sterrata tra boschetti e coltivazioni fino al valico e alla cappella di In Cima al Monte, tra il monte Rocchetta e il monte Branzi. Da qui si scopre il mare. Alle spalle lo sguardo spazia sulla valle del Magra e l’Appennino.
Incrociato il segnavia n.1 che collega Bocca di Magra con il Romito, si inizia a scendere su una strada asfaltata, poi la si lascia per seguire un’antica mulattiera che scende a mezza costa.
Un breve tratto nella lecceta precede l’arrivo alle case più alte di Serra, frazione di Lerici affacciata su un magnifico panorama del Golfo dei Poeti, chiuso verso il mare aperto dalla Palmaria e dal promontorio di Portovenere. A una svolta a destra si lasciano a destra i segnavia. Una breve discesa porta alla Strada per Montemarcello. Traversata la provinciale si segue per una stradina priva di segnavia che scende verso Fiascherino. Incrociando il sentiero n. 3 che proviene da Zanego lo si segue verso destra con bel panorama sul Seno di Mezzana. Traversato un vallone si prosegue tra i campi, si sbuca sulla strada che collega Lerici a Tellaro e la si segue per qualche centinaio di metri. Dove questa piega a destra con una deviazione segnalata porta al centro storico e al lungomare di Lerici, che si raggiunge in tre quarti d’ora.
Una breve salita porta all’ingresso del severo castello duecentesco, oggi adibito a museo, che merita senz’altro una visita. Nel Museo Geopaleontologico, ospitato nel castello di Lerici, è possibile osservare il calco di un lastrone roccioso con tracce di dinosauri, rinvenuto nel centro della cittadina, e le ricostruzioni a grandezza naturale di alcune specie di dinosauri italiani. Da vedere anche le ossa di cervi, orsi e rinoceronti vissuti nel Pleistocene nella valle della Magra.

 


 

SULLE RIVE DEL VARA
Itinerario tratto da: Guide pratiche dei Parchi e delle Aree protette liguri, vol. 1 La Spezia, di Gian Antonio Dall’Aglio, per gentile concessione di Galata Edizioni

Questo itinerario (2 ore e 45 minuti) sulla destra orografica del Vara permette di affacciarsi più volte sul fiume e offre ambienti suggestivi nonostante la vicinanza della A12 e dell’Aurelia. Il tracciato pianeggiante lo rende percorribile anche in mountain-bike, l’ambiente ombroso lo rende piacevole in primavera e in estate. Chi cerca un itinerario più breve può fermarsi a Beverino.

L’itinerario inizia da Padivarma, località di aspetto moderno sulla Via Romea medievale, raggiungibile in auto o in bus.
Dalla strada principale, presso il municipio di Beverino, si imbocca via Costa seguendo le indicazioni per il campo sportivo e per Beverino Castello. Oltre il ponte sul torrente Riccò si continua su una stradina asfaltata in un bosco formato in prevalenza da robinia. Dopo circa un chilometro si inizia a salire e si raggiunge uno slargo dove un cippo ricorda due partigiani caduti.
Oltre il cippo, a un tornante, si lascia la strada che prosegue verso Berverino Castello e si continua su una sterrata che offre un bel panorama sul Vara. Il tracciato è noto come Strada dei tedeschi, perché è stato realizzato dai militari della Wermacht durante la Seconda Guerra Mondiale. In questa zona, accanto alla robinia, compaiono il pino marittimo e il castagno. La sterrata traversa dei fossi secondari rivestiti da felci e muschi, e permette di affacciarsi in più punti sul Vara e sugli assolati pendii della sua sinistra orografica, rivestiti da vegetazione mediterranea e leccio.
Superato un ponte di legno si scende in un bosco di castagno con presenza di pino e di leccio, più avanti anche di carpino bianco. Dopo una discesa, dove la strada si stringe, si entra in un suggestivo bosco di bosso, una delle rarità botaniche più interessanti del Parco. Lasciati a destra dei sentierini che salgono verso Beverino Castello, si raggiunge la destra orografica del Vara, dove crescono dei grandi ontani neri. Traversato un bosco di pino marittimo e toccata una casa colonica con arco in pietra si sbuca sulla strada provinciale della Val Graveglia. Seguendola verso sinistra si raggiunge un ponte che offre un bel panorama sul Vara. Fin qui occorrono tre quarti d’ora.
Per proseguire occorre seguire la strada verso destra per poche centinaia di metri. Al primo incrocio si piega a sinistra tra le case, si incontra un cartello del Parco e si continua su una sterrata nella piana di Beverino. Dove la strada piega a destra (tabella del Parco) si devia a sinistra verso un laghetto circondato da pioppi e il corso del Vara. Proseguendo sulla strada si passa accanto a una vecchia stalla con fienile in legno e si prosegue fino a delle case moderne e alla chiesetta della Madonna di Sanna. Inclusa la deviazione verso il Vara si cammina per mezz’ora.
A pochi metri dalla chiesetta, sulla provinciale, si può interrompere la gita e tornare al punto di partenza con un bus di linea. È anche possibile traversare la provinciale, salire per un stradina asfaltata e proseguire per un viottolo verso il borgo fortificato di Beverino Castello, affiancato dalla chiesa della Santa Croce. Tra andata e ritorno occorrono tre quarti d’ora; chi visita la zona in bicicletta deve proseguire verso San Cipriano e deviare in salita fino al paese.
Per proseguire verso Piana Battolla non occorre raggiungere l’asfalto. I cartelli del Parco indicano la strada che scavalca con un ponte il torrente Graveglia, diventa sterrata e prosegue affiancata da alti pioppi nella piana del Mascone. Traversato un ponticello ci si riavvicina al Vara, e si prosegue sulla sua destra orografica in un fresco bosco ripariale. Senza possibilità di errore, si continua fino a risbucare sull’asfalto all’ingresso di Piana Battolla, accanto a un altro ponte sul Vara. Poco più avanti è una fermata dei bus ATL. Per raggiungere il paese occorre superare una curva pericolosa per i pedoni. Questo tratto richiede un’ora e mezza.

 


 

LA VIA FRANCIGENA (PONTREMOLI – SARZANA – LUNI)

I tre principali pellegrinaggi religiosi, durante il Medioevo, erano quello verso Gerusalemme, quello verso Santiago di Compostela e quello verso la tomba di San Pietro, a Roma. Affinché quest’ultima fosse raggiungibile da tutta l’Europa centrale fu costruito un apposito fascio di strade. Tra queste vi era la Via Francigena, che partiva da Canterbury, attraversava la Francia (da cui il nome) e arrivava a Roma, passando anche per la Lunigiana.
Per chi volesse immergersi nel fascino e nella spiritualità di questo storico percorso, il suo tratto lunense comincia a Pontremoli e prosegue fino a Luni, da cui poi prosegue verso Lucca.
Seguendo l’apposita segnaletica, che consente di ricostruire un percorso ormai assimilato dall’espansione urbana e viaria, uscendo da Pontremoli è possibile scegliere se passare alla sinistra o alla destra del fiume Magra.
L’itinerario di sinistra prevede il passaggio per il Borgo dell’Annunziata, la Pieve di Sorano, capolavoro dell’arte romanica lunense, fino al borgo bizantino di Filattiera.
Si prosegue poi verso Mocone, Malgrate, Filetto e Virgoletta, addossata su un’altura. Si discende poi verso la confluenza del Bagnone con il Magra, dove sorge Villafranca. Forniroli e Terrarossa sono le ultime due tappe prima di Aulla.
L’itinerario di destra tocca, invece, i borghi di Mulazzo, Lusuolo, Tresana e Barbaresco, per poi ricongiungersi all’altro percorso all’altezza di Terrarossa.
Da Aulla il cammino procede in direzione di Luni passando per Santo Stefano di Magra, vero e proprio crocevia religioso, essendo ritenuto punto di ristoro sia per i pellegrini in viaggio verso Roma che per quelli diretti a un porto Ligure con l’intenzione di imbarcarsi verso il Cammino di Santiago.
In seguito all’impaludamento della piana di Luni, la via Francigena si sposta più a monte e prosegue fino a Sarzana, prima passando per le rovine di Burcione e Bibola, poi attraversando i borghi di Ponzano Superiore e Falcinello.
L’ultima tappa, dopo Sarzana, è Luni, da cui i pellegrini partivano alla volta di Roma, attraversando la Versilia e Lucca.

 


 

IL CIRCUITO TREKKING LUNIGIANA

Gli amanti del trekking più informati sicuramente conosceranno il circuito Trekking Lunigiana, inaugurato nel 1986 dalla Comunità Montana della Lunigiana. Le sue quattordici tappe attraversano la natura incontaminata del territorio lunense toccando pievi, castelli e borghi, e sono in gran parte percorribili anche a cavallo e in bicicletta.

La lunghezza di ogni tappa varia da 11 a 20 km (per un totale di 238,5).

Benché il circuito non sia propriamente a portata di mano per gli ospiti del Monastero Santa Croce, si segnala la tappa conclusiva, che va da Fosdinovo ad Aulla (15 km, 5 ore e 30 minuti).

Da Fosdinovo si segue il percorso indicato dai segnavia bianchi e rossi marcati come TL, che procedendo per il passo del Cucco, il borgo di Tendola, le Prade di Ponzanello, e i borghi di Vecchietto e Bibola, compone un tragitto che unisce una pineta, due castagneti di cui uno secolare, una sorgente e i ruderi di due un castelli, il primo presso Ponzanello e il secondo ai piedi del monte Porro.