Al centro del parco, il Conventino si fa portavoce della storia più antica del Monastero. Ormai in rovina, rimangono da ammirare i resti dell’antica torre campanaria, già usata come torre difensiva di avvistamento, e il perimetro murario dell’antica chiesa, che conduce direttamente alla cappella del Crocifisso.
A destra della cappella troviamo l’edificio chiamato Conventino, adibito a Convento dai frati Carmelitani che nel 1954 riportarono la presenza religiosa a Santa Croce. Ricavato da una rielaborazione ottocentesca in stile neogotico sui resti del transetto dell’antica chiesa, si pone all’osservatore con il suo aspetto turrito che dona alla casa un inconfondibile alone romantico.
Anche il chiostro neogotico, sempre opera di Carlo Andrea Fabbricotti, che emerge tra felci, muschi e palme, non mancherà di affascinare il visitatore.
Completa la suggestività del luogo una lapide commemorativa del passaggio di Dante presso il Monastero, che, come ricorda la lettera di frate Ilaro, vi soggiornò per trovare pace e riposo.
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Documento dall’archivio del Monastero di Camaldoli, che testimonia l’appartenenza del Monastero S. Croce nel 1189 ai benedettini di S. Michele in Orticaria di Pisa.
Piantina del Conventino come immaginato dal cartografo del ‘700 Matteo Vinzoni:
Il Conventino, come ristrutturato dalla famiglia Fabbricotti alla fine del sec. XIX, prima dei bombardamenti della II guerra mondiale: