Vero e proprio cuore del Monastero, il Crocifisso che dà il nome al luogo è strettamente legato alla storia della fondazione monastica, oltre che all’aspetto spirituale della struttura.
La Santa Croce del Corvo, la cui fattura viene collocata dagli storici tra l’XI e il XII secolo, è un Crocifisso tunicato, intagliato da tronchi di olmo. In origine era in parte dipinto, arricchito con diadema e collarino e vestito da una lunga tunica con le insegne sacerdotali.
Le sue notevoli dimensioni gli conferiscono una certa importanza: alto 263 cm e ampio 264 cm, ha un volto lungo ben 49 cm.
Particolari sono la simmetria delle onde dei lunghi capelli, aderenti al contorno delle spalle, e la barba perfettamente divisa a metà sul mento, secondo lo stile nazareno. Questi dettagli, assieme alla forma del naso e gli zigomi ben accentuati (tratti somatici riconducibili ai lineamenti della Sacra Sindone) conferiscono al Cristo una decisa influenza orientale.
Il culto dei crocifissi tunicati era diffuso tra i monasteri benedettini e camaldolesi, soprattutto nell’ambito culturale spagnolo e dei Pirenei. Molti di questi modelli di crocifisso erano anche reliquiari, e venivano spesso dotati di una finestrella, collocata nel costato, che custodiva un’ampolla con presunte reliquie del sangue di Cristo.
Questa particolare tipologia di crocifissi include anche il vicino Volto Santo di Lucca, che una leggenda del tardo XI secolo, attribuita al monaco Leobino, vorrebbe scolpita dal santo Nicodemo in persona.
Particolare è la narrazione del suo reperimento. La croce sarebbe infatti pervenuta miracolosamente al porto di Luni su una nave priva di equipaggio, nel 742 d.C.
La contesa sul suo possesso tra lucchesi e lunensi venne risolta dai prodigiosi segni della Divina Provvidenza, che la destinò a Lucca.
Si ritiene, tuttavia, che questa leggenda fosse un tentativo di offuscare la devozione al Crocifisso lunense, in favore di quello lucchese. Ipotesi storiche più verosimili indicano come probabili siti di provenienza alcune colonie presenti in Spagna, Corsica o Sardegna, con cui la città di Luni manteneva rapporti marittimi in epoca carolingia.
Nei primi secoli di vita del Monastero, non si ha la certezza che il Crocifisso fosse già qui collocato; per alcuni studiosi si trovava a Lucca. Nella seconda metà del XIV secolo, in ogni caso, il monastero fu abbandonato e il Crocifisso fu probabilmente trasferito nella Cattedrale o in un’altra chiesa di Sarzana, da dove con certezza fu (ri)portato al Monastero di Bocca di Magra nel XVII secolo. Per i successivi due secoli (XVIII-XIX), fu custodito da una presenza di eremiti diocesani che abitarono a Santa Croce.
Nonostante tutto ciò, il Crocifisso è stato praticamente ignorato dai critici d’arte fino al 1955, anno in cui fu riscoperto dallo studioso Hug Honour, che lo definì “uno degli esempi più belli delle sculture romaniche in Italia”. Nel 1961, con il restauro, gli fu in parte riconosciuta la dovuta importanza.
Ecco alcune foto del Crocifisso.
1) Prima del restauro degli anni ’50: